Santa Trita

Carla Cipolla

Ci sono date che non si dimenticano e se ti chiedono cosa stavi facendo in quel momento sai rispondere immediatamente.

22 novembre 1963: assassinio di John Kennedy.
7 di sera : avevo 15 anni,ero al telefono con un compagno di scuola,molto antipatico. Mi chiamava tutti i giorni, io non sapevo come fare a fargli capire che non avevo voglia di parlare con lui, che la sua acne era terribile e le sue telefonate noiose. Il telefono a muro era vicino al televisore quindi, sentita la notizia dell’attentato, riagganciai immediatamente.

11 settembre 2001: attentato alle Torri Gemelle.
Eravamo usciti, mio marito ed io, per comperare un televisore nuovo. Il grande magazzino ripeteva su centinaia di schermi le immagini di torri che bruciavano colpite da un aereo, ma non c’era il sonoro. Si vedeva il faccione di Emilio Fedele, non sentendo cosa diceva, sembrava stesse commentando le scene di un film catastrofico, forse ripetute un po’ troppe volte, pensavamo. Continuavamo a guardare distrattamente quelle immagini e ci rendemmo conto di cosa si trattava solo rientrando a casa.

9 marzo 2020: inizia la quarantena antivirus
Quel giorno dovevo andare a firmare in banca per l’acquisto del mio nuovo appartamento. Nella casa vecchia abita adesso mio figlio con la famiglia ed io mi sono parcheggiata per qualche tempo in un bilocale di una amica. L’appartamento è di solito affittato a studenti della Bocconi, che è proprio a fianco della casa, quindi è perfettamente arredato, anche con un certo gusto. Basta riempire l’armadio con i vestiti ed è fatta. Visto il poco tempo in cui l’avrei occupato, ho portato solo pochi capi di abbigliamento invernale e la biancheria, 2 paia di scarpe le pantofole e le medicine giornaliere. L’unico oggetto che ho portato alla fine di una giornata di laboratorio del Teatro degli Incontri con la guida di Marco è la scultura di SANTA TRITA.

Era stata una giornata molto divertente e creativa. Marco aveva distribuito per terra una infinità di oggetti i più disparati e ci chiese di sceglierne alcuni e metterli insieme. Il mio sguardo fu subito attirato da un vecchio macinacarne, dal colore verdino, penso risalente agli anni ‘6o Amore a prima vista! Due vecchie forchette a simulare le braccia, una palla di roselline per la testa, 2 palline dell’albero di Natale sul petto, una cornicetta nera sulla testa, ecco fatto, era nata Santa Trita, con la sua bella pancia trittutto. La portai a casa, prima o poi sarebbe servita a qualcosa.

Tutto avrei immaginato meno che quello sarebbe stato per due mesi e chissà per quanto altro tempo ancora, l’unico oggetto di mia proprietà in una casa non mia, l’unico ricordo di una vita sociale pre-virus, quando stavamo tutti insieme a lavorare, discutere, ballare, scrivere seduti per terra, vicini vicini, per sentire il nostro e l’altrui calore in quello stanzone spesso freddo, ma era anche una scusa perchè ci piaceva stare cosi, e poi le tavolate in trattoria, dove la cosa meno importante era il cibo. Ti guardo, cara la mia Santa Trita, e mi sale un nodo alla gola. Tutto tornerà come prima, meglio di prima…no, tutto sarà diverso, non potrà mai più essere lo stesso…Io non so come sarà, mi sembra che la mia vita si sia accorciata, ristretta, col fiato corto e allora ti guardo e penso: SANTA TRITA PREGA PER NOI, SANTA TRITA ORA PRO NOBIS, ORA PRO NOBIS.