Nuove abitudini

Ethiopia Dinku

Sono passate ormai più di 3 settimane da quando ho iniziato la mia quarantena. All’inizio solo il pensiero mi faceva paura ma col tempo mi ci sono abituata. Vado avanti perché mi convinco che”quello che stiamo vivendo è solo temporaneo e non durerà per sempre”. A volte cerco di vedere il lato positivo di questa situazione, perché un suo lato positivo ce l’ha. Da tempo non sopportavo più la vita caotica e frenetica di questo mondo, la gente che corre ovunque, i treni affollati, il traffico e i tanti rumori per la strada, quindi il fatto che il mondo si sia fermato per un attimo penso che faccia del bene a noi e anche alla natura stessa; a me questo silenzio fuori trasmette un senso di tranquillità e pace interiore. Ma pensare così non è sempre facile: ci sono delle volte che mi sento triste quando vedo le persone che lottano tra la vita e la morte, i medici, gli infermieri e tutti gli operatori che ogni giorno rischiano la loro vita pur di salvarne altre e penso anche i famigliari dei malati o deceduti che stanno soffrendo nel silenzio o le persone che hanno perso il lavoro in tutto il mondo…..allo stesso momento provo anche rabbia perché mi sento negata la mia libertà, la libertà di uscire di casa senza giustificazioni, di fare delle mie passeggiate sul lungo lago di Como o delle semplici commissioni, o di poter vedere gli amici. Ormai la nostra vita si è trasformata, viviamo nell’incertezza e non sappiamo come e quando finirà tutto questo, purtroppo, per il momento non ci resta che vivere confinati e isolati in casa.

Vivo a Lomazzo, una piccola cittadina di 10mila abitanti in provincia di Como. Mi sono trasferita da Milano un anno e mezzo fa. È vero, Lomazzo non è Milano, ma così deserta non l’ avevo mai vista. Tutto chiuso, si vedono pochissime persone in giro, tutti con le mascherine e i guanti, e al supermercato c’è una coda che non finisce, bisogna aspettare minimo 1 ora, c’è anche la coda in farmacia e all’ufficio postale. Io mi domando, come siamo arrivati a questo da un momento all’altro? Mi sembra di essere in un film, è talmente surreale quello che stiamo vivendo… ed è difficile accettarlo.

Vivo da sola in una casa di 60 mq, ho una cucina abitabile, una camera da letto e un bagno. La mia casa, soprattutto la cucina, è diventa il luogo dove passo tutto il tempo. La cucina si è trasformato in una sala multifunzionale, è diventata un luogo di lavoro, sala da pranzo e cena, e nel pomeriggio si trasforma in una minipalestra. La mattina mi sveglio e faccio colazione, ho preso la buona abitudine di farmi una bella spremuta d’arancia quasi tutte le mattine. Per mia fortuna, lavoro da casa e mi comporto esattamente come se stessi in ufficio. Accendo il PC e inizio a lavorare alle 9 e via…. Lo smart working per me è diventato un lusso, lo trovo molto comodo per le attività che svolgo. Penso che sia anche il futuro per molti lavori e quindi meglio che ci abituiamo presto a questo stile di vita. Onestamente, all’inizio è stato difficile per me concentrarmi: mi alzavo più volte a mangiucchiare o a bere e soltanto dopo mi sono data una regolata.

Ho iniziato anche ad allenarmi almeno 4 volte alla settimana, grazie ai corsi di allenamento disponibili sul canale Youtube. Di solito faccio le lezioni di Aerobica o Zumba, mi alleno anche con una mia amica messicana via Skype. Lei ormai ha preso come hobby allenare anche altri suoi amici. Dopo l’allenamento facciamo una lunga chiacchierata su diversi argomenti e ci sfoghiamo.
La sera mi piace sperimentare qualche nuova ricetta e quasi sempre mi siedo a mangiare davanti a un bel film su Netflix. Quasi tutte le notti, faccio fatica a prendere il sonno e quindi mi metto a leggere o guardare qualche documentario fino a tardi.

Il telefono e il PC sono due oggetti a cui mi sento molto legata in questo periodo. Faccio delle lunghe telefonate alle mie sorelle e agli amici. Parlo spesso con mia cugina che vive in America, e dopo 15 anni avevamo pianificato finalmente di vederci quest’ estate in Italia; quanto mi dispiace che questo non sia possibile ora! Le mie sorelle che vivono giù ad Addis Abeba, mi aggiornano sulla situazione in Etiopia: per ora sono pochi i casi confermati, ma anche lì tutto è chiuso. L’altra sera mi ha fatto piacere sentire mia zia da Oslo che non sentivo da molto tempo, lei era preoccupata per me e per la situazione in Italia: ha tanta paura in generale. Lei è molto credente e secondo lei “Dio è arrabbiato con noi e forse ci sta punendo, così possiamo imparare ad apprezzare il dono della vita e tutte le cose che sembrano così scontate”. Mi sono accorta che non è l’unica che la pensa così. Insomma, questo momento sembra farci avvicinare più di prima.

Inoltre, sto apprezzando e utilizzando la tecnologia più che mai. I miei canali preferiti sono: Youtube per le ricette e l’allenamento, Netflix per i film, Spotify per la musica; mi sono fatta pure Amazon prime per gli acquisti. Sento una grande gioia quando acquisto i prodotti su Amazon. Due giorni fa ho acquistato tanti tipi di farina e lievito: questi 2 prodotti sono ormai introvabili nei supermercati già da mesi. Quindi ho acquistato la farina di teff, quella di riso, quella 00 e integrale, il lievito di birra, e anche il cardamomo nero. La farina di teff e il lievito di birra servono per fare l’injera, il tipico pane spugnoso del mio paese. Oggi mi sono fatta un’ altra lunga lista per il mio prossimo acquisto. Ultimamente sono diventata anche molto fanatica dei social network: WhatsApp, FB, Instagram (2), soprattutto, Tik Tok, con cui a volte mi metto a ballare o recitare. Lo trovo molto divertente e stupido allo stesso momento. Non posso immaginare questa quarantena senza tutta questa tecnologia.

Il sabato e la domenica di solito mi dedico a diverse cose: dalla pulizia alla sistemazione dell’armadio e dei documenti, cucinare, fare la spesa, leggere, eccetera. Inoltre, mi piace affacciarmi al balcone e osservare i miei vicini davanti dal loro balcone, sdraiati a prendere il sole per delle ore, magari ad abbronzarsi, e c’è qualcuno che legge il libro o il giornale: danno la sensazione di essere al mare o in piscina.

Il disagio sociale ed economico è devastante a causa di questa malattia ……tutto sommato io sto passando bene la mia quarantena. Mi sento fortunata e ringrazio Dio per quello che ho e che posso fare in questo momento difficile perché non tutti sono messi nelle mie stesse condizioni. Infine, c’è una cosa che mi fa preoccupare e a cui penso e su cui rifletto continuamente. Come sarà il DOPO, come e quando usciremo da questa situazione? Quanto tempo ci vorrà? Come sarà la nostra vita sociale, tornerà tutto normale come prima? Viaggeremo presto?